Da Google a Marca Perù: quando il video marketing sa emozionare

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Due esempi di come i grandi brand puntino sullo storytelling per fare breccia sul proprio pubblico online

peru - google chrome

Storytelling, engagement, viralità. La strada da seguire è sempre quella. Quante volte ci siamo detti che una buona campagna di video marketing, per essere efficace, deve puntare sul racconto? Il discorso non cambia neanche stavolta. I due spot che ho scelto appartengono a due brand molto distanti tra loro, geograficamente e come business, ma accomunati dal fatto di saper emozionare attraverso una storia.

Google “Dear Sophie”:

Google ha deciso di puntare sul fattore emozionale per promuovere il proprio browser Chrome ed i vari servizi annessi. La sfida non era da poco, come si fa ad emozionare parlando di un browser? Come si fa a suscitare empatia nelle persone quando si pubblicizza un software informatico? Semplice, raccontando una storia. Una piccola storia, che potrebbe appartenere a chiunque di noi. Perché il gigante di Mountain View, a dispetto delle enormi risorse a disposizione, sa bene che la spettacolarizzazione non sempre va di pari passo con l’emozionalità. Il segreto (di Pulcinella) sta nelle idee. In un racconto che funzioni, che sappia commuovere, che faccia sentire chiunque lo stia guardando un possibile protagonista di quella storia. Ed il risultato è lo spot “Dear Sophie”, dove un padre racconta la crescita della propria figlia alla figlia stessa, attraverso tutti gli strumenti che Chrome gli mette a disposizione. Un piccolo capolavoro, guardare per credere.

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Marca Perù  “Recordaràs Perù”:

Il secondo video è stato realizzato da Marca Perù, ente istituzionale per la promozione turistica e culturale del paese andino, e mi ha colpito per la sua originalità ed il modo non convenzionale con il quale riesce a “raccontare” un luogo. Del resto “non siamo abituati a cercare un modello di riferimento nei mari del Sud” – come scrive Federico Rampini nel suo “Alla mia sinistra” – mentre invece, in futuro, credo che dovremo guardare con sempre maggior interesse al Sud America. Il carattere distintivo di questo spot si coglie ancora meglio se paragonato con un tradizionale spot di promozione turistica come quello, ad esempio, realizzato dall’Australia durante il 2013. Bellissime immagini e luoghi mozzafiato accompagnati da una musica suggestiva. Ma nulla più. Marca Perù, invece, decide di cambiare approccio e di scommettere, ancora una volta, sullo storytelling. Quello che ci viene mostrato non è semplicemente il Perù, bensì un racconto sul Perù, una storia narrata attraverso gli occhi di chi un’esperienza intensa in quel paese l’ha provata davvero, viaggiando, vivendo, esplorando. Ed il referente del racconto è il protagonista stesso della storia, 20 anni nel futuro, che pare aver dimenticato cosa significhi la passione, la gioia che un viaggio ti lascia nel profondo dell’anima, metafora stessa della vita. Entrambi gli spot, quello australiano e quello peruviano, vertono sull’emozionalità, ma la mossa vincente del video di Marca Perù è il saper emozionare attraverso la costruzione di una storia davvero originale che diventa racconto. Le idee, come scritto poco sopra, vincono sempre. A questo punto, non resta altro che goderci anche questo video.

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Possiamo concludere facendo i complimenti a Marca Perù e a Google che ci hanno insegnato, se ce ne fosse ancora bisogno, come si fa video marketing e quanto sia importante puntare sullo storytelling e sul fattore emozionale per creare engagement. Ed i risultati sulla viralità dei due video ne sono la dimostrazione. Solo sugli account ufficiali Youtube dei due brand, la campagna di Google ha ottenuto quasi 10 milioni di visualizzazioni e quella di Marca Perù oltre 1 milione e mezzo.

Infine, un ringraziamento speciale va a Mirko Lalli, che per primo mi ha fatto scoprire questi due filmati.

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